1913: i primi accolti
“Poiché […] l'educazione non
può limitarsi ad aiutare gli individui a raggiungere lo sviluppo
completo del loro essere, ma deve anche aiutarli a conoscere e a servirsi
dei mezzi di vita che il lavoro accumulato e la esperienza delle generazioni
precedenti mette a loro disposizione, perché li perfezionino e li
tramandino a quelli che verranno dopo, così, oltre alle qualità
materne, l'educazione richiede anche intelligenza e forza di comando, proprie
dell'uomo. Sulla Nave 'Caracciolo' questa parte dell'educazione, e cioè
la educazione professionale, era affidata agli uomini. La scelta di essi
avveniva non soltanto in base alla valutazione delle loro capacità
tecniche, ma bensì, e innanzitutto, in base alle loro qualità
morali. Tutti gli istruttori erano dei buoni, teneri, padri, che si consacravano
ad una numerosissima famiglia.” Giulia Civita Franceschi, 1947
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