1913: i primi accolti

“Poiché […] l'educazione non può limitarsi ad aiutare gli individui a raggiungere lo sviluppo completo del loro essere, ma deve anche aiutarli a conoscere e a servirsi dei mezzi di vita che il lavoro accumulato e la esperienza delle generazioni precedenti mette a loro disposizione, perché li perfezionino e li tramandino a quelli che verranno dopo, così, oltre alle qualità materne, l'educazione richiede anche intelligenza e forza di comando, proprie dell'uomo. Sulla Nave 'Caracciolo' questa parte dell'educazione, e cioè la educazione professionale, era affidata agli uomini. La scelta di essi avveniva non soltanto in base alla valutazione delle loro capacità tecniche, ma bensì, e innanzitutto, in base alle loro qualità morali. Tutti gli istruttori erano dei buoni, teneri, padri, che si consacravano ad una numerosissima famiglia.”

Giulia Civita Franceschi, 1947


“E la istituzione della Nave Asilo Scilla a Venezia, della Nave Asilo Caracciolo a Napoli, e della Stella Polare nelle acque del Tevere a Roma […] hanno appunto lo scopo altissimo di preparare alla Nazione giovani forti, giovani valorosi, che sappiano difendere i nostri sacri diritti sulle gloriose corazzate, che sappiano drizzare l'italica prora, palpitante dell'antica sapienza…”


Sacerdote Andrea Viggiani, 1914

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